Il ROI (Return on Investment) rappresenta uno degli indicatori più utilizzati per valutare l’efficienza di un investimento in relazione ai risultati economici ottenuti.
In un contesto imprenditoriale sempre più orientato alla misurazione e all’ottimizzazione delle performance, comprendere il concetto di ritorno sull’investimento è fondamentale per prendere decisioni informate e consapevoli.

Questo parametro permette di analizzare in modo sintetico e comparabile l’efficacia di differenti iniziative aziendali, indipendentemente dalla loro natura o dalla dimensione dell’impresa.
L’obiettivo di questa guida è quello di esplorare a fondo il significato, la formula di calcolo, le soglie di rendimento accettabili e le implicazioni di un valore negativo.
Inoltre, si analizzeranno le relazioni tra questo indicatore e altri parametri contabili, come il margine di contribuzione e il ROE, al fine di offrire una panoramica completa.
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Cos’è il ROI?
l ROI, acronimo di Return on Investment, è un indicatore che misura la redditività di un investimento rispetto al capitale impiegato.
Esprime, in termini percentuali, il guadagno o la perdita generata da un’iniziativa economica.
Questo parametro è largamente impiegato per valutare l’efficacia di campagne pubblicitarie, progetti aziendali, acquisizioni e iniziative imprenditoriali in generale.
Un rendimento positivo indica un ritorno economico superiore all’investimento effettuato, mentre un ritorno negativo suggerisce una perdita.
L’importanza del Return on Investment risiede nella sua semplicità e nella sua capacità di fornire una sintesi immediata sull’efficienza delle operazioni aziendali.
Come si calcola il ROI? Scopri la formula
Il calcolo del Return on Investment segue una formula matematica precisa:
ROI = (Risultato Netto / Capitale Investito) x 100 |
Il risultato netto corrisponde al profitto generato dall’investimento, mentre il capitale investito rappresenta le risorse economiche impiegate.
Ad esempio, se un’azienda investe 10.000 euro in una campagna di marketing e ottiene 15.000 euro in ricavi netti, il ritorno sarà: [(15.000 – 10.000) / 10.000] x 100 = 50%
Un rendimento del 50% indica che ogni euro investito ha generato un ritorno netto di 0,50 euro.
Questo calcolo può essere applicato a qualsiasi tipo di investimento aziendale, permettendo un confronto tra diverse opzioni e facilitando la scelta strategica più vantaggiosa.
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Qual è il ROI ideale?
Non esiste un valore univoco di Return on Investment considerato “ideale” in senso assoluto, poiché dipende dal contesto economico, dal settore e dal livello di rischio associato all’investimento.
Tuttavia, un rendimento positivo è generalmente auspicabile, mentre un valore superiore al 10-15% è spesso considerato soddisfacente in molti settori.
Ad esempio, nel settore immobiliare, un ritorno annuo del 7-8% è già ritenuto interessante, considerando la stabilità e la bassa rischiosità dell’investimento.
Invece, in ambito startup o high-tech, un ritorno sull’investimento del 25-30% può essere atteso per compensare l’elevata incertezza e la competizione.
Un altro caso pratico riguarda le campagne pubblicitarie online: se un e-commerce investe 5.000 euro in una strategia di advertising e genera vendite nette per 8.000 euro, il ROI sarà del 60%, un risultato considerato altamente efficiente in quel contesto.

Cos’è il ROI negativo?
Il ritorno negativo indica che l’investimento ha generato una perdita, ovvero che i costi superano i ricavi ottenuti. Si calcola con la stessa formula, ma il risultato netto è inferiore al capitale investito.
Un rendimento negativo può essere il segnale di una strategia poco efficace, di una scarsa pianificazione o di condizioni di mercato avverse.
Tuttavia, un valore negativo non deve essere interpretato esclusivamente come fallimento: in alcuni casi, può rappresentare una fase di sperimentazione o di posizionamento sul mercato, con ritorni attesi nel medio-lungo termine.
Rimane comunque essenziale analizzare le cause di un ritorno sull’investimento negativo per apportare eventuali correttivi e ottimizzare le performance future.
- Un rendimento negativo indica che i costi superano i ricavi, generando una perdita;
- Il calcolo resta lo stesso, ma il risultato è inferiore al capitale investito;
- Può segnalare inefficienze strategiche, pianificazione inadeguata o contesto sfavorevole;
- Un rendimento negativo non implica sempre fallimento: può far parte di una fase iniziale o sperimentale;
- È fondamentale analizzare le cause per adottare azioni correttive e migliorare i risultati futuri.
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Qual è la relazione tra ROI e margine di contribuzione?
Il margine di contribuzione rappresenta la differenza tra i ricavi e i costi variabili, ed è un indicatore fondamentale per comprendere quanto ciascuna unità venduta contribuisca alla copertura dei costi fissi e alla generazione di utile.
Il ritorno e il margine di contribuzione sono concettualmente collegati: un elevato margine di contribuzione può influenzare positivamente il rendimento, aumentando la redditività complessiva dell’investimento.
Infatti, se un’impresa riesce a mantenere stabili i costi fissi e ad aumentare il margine per unità venduta, il profitto netto migliorerà, determinando un incremento del Return on Investment.
Questo legame evidenzia l’importanza di monitorare costantemente sia gli indicatori di reddito sia quelli di efficienza operativa, per avere una visione completa della salute economica dell’attività.
Definizione di margine di contribuzione | Differenza tra ricavi e costi variabili; utile per coprire costi fissi e generare profitto |
Collegamento tra margine e rendimento | Un margine di contribuzione elevato può migliorare la redditività complessiva e il valore del ROI |
Impatto sull’utile netto | Maggiore margine e costi fissi stabili portano a un aumento dell’utile netto e quindi del ROI |
Importanza del monitoraggio | Necessario monitorare insieme redditività e efficienza per valutare la salute economica dell’azienda |
Qual è la differenza tra ROI e ROE?
Sebbene spesso confusi, ROI e ROE sono due indicatori distinti che misurano aspetti diversi della performance finanziaria.
Il Return on Investment, come visto, valuta la redditività rispetto al capitale investito totale, includendo anche il debito.
Il ROE, Return on Equity, invece, misura la redditività del capitale proprio, ovvero quanto rendimento ottengono gli azionisti rispetto ai fondi investiti.
La formula del ROE è:
ROE = (Utile Netto / Patrimonio Netto) x 100 |
Un’azienda con elevato indebitamento potrebbe presentare un ROE elevato e un ROI contenuto, evidenziando una maggiore remunerazione del capitale proprio ma un utilizzo meno efficiente delle risorse complessive.
Comprendere la distinzione tra questi due parametri è utile per valutare l’equilibrio finanziario e il rischio connesso alla struttura del capitale aziendale.
- Return on Investment: misura la redditività rispetto al capitale investito totale, incluso il debito;
- Return on Equity: valuta il rendimento del capitale proprio investito dagli azionisti.
Conclusione
Riflettere sull’efficacia degli investimenti è oggi una necessità per ogni impresa che aspiri a operare in modo consapevole e sostenibile.
Il concetto di ritorno sull’investimento offre una lente analitica attraverso cui valutare le decisioni economiche, distinguendo ciò che genera valore da ciò che comporta dispersione di risorse.
Se da un lato un risultato positivo segnala un’efficace allocazione del capitale, un ritorno negativo invita a una revisione critica della strategia adottata.
In entrambi i casi, ciò che conta è la capacità di interpretare il dato, inserendolo in una visione più ampia che consideri i costi, la redditività marginale e le implicazioni patrimoniali.
In definitiva, misurare il rendimento non basta: occorre leggere, contestualizzare e agire, affinché i numeri diventino uno strumento per guidare le scelte e non un semplice esercizio di calcolo.
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