Cos’è l’hashtag? Tutti, almeno una volta nella vita, o abbiamo incontrato sul web, sui giornali o in tivù. Magari lo utilizziamo per scrivere post sui social o all’interno delle chat con gli amici… ma quanto lo conosciamo davvero?
Lo sapevi per esempio che il mitico cancelletto è nato su Twitter e in seguito si è diffuso in tutti i social media? E che la sua fama è così fulgida, che il nome “hashtag” è stato inserito di diritto nell’Oxford English Dictionary?
In questa guida vedremo la storia, la gloria, quindi tutti gli aspetti che riguardano questo aggregatore di interessi. Impareremo a crearne uno e capiremo come utilizzarlo al meglio e come diffonderlo viralmente sui social di nostro interesse.
#Partiamo!
Cosa significa hashtag?
La parola “hashtag” deriva dall’inglese ed è composta da hash (cancelletto), ovvero il segno grafico che lo identifica, e tag (etichetta).
Se sai cos’è un tag – sul web è in genere una parola chiave che descrive un oggetto rendendo classificabile – già dal nome capiamo la funzione dell’hashtag.
Si tratta di un aggregatore di argomenti, e il suo obiettivo è facilitare la ricerca di quello specifico tema in determinati contesti in rete dove interagiscono più persone, quali per esempio social, instant messaging o blog.
L’hashtag è comparso la sua prima volta su Twitter (oggi X) ed è stato inventato da un avvocato di San Francisco nel lontano 2007 con lo scopo di richiamare l’interesse degli utenti del social su temi di particolare importanza.
Ma la prima volta in cui l’hashtag ebbe richiamo fu, sempre nello stesso anno, nella parola chiave #sandiegofire, che aveva l’obiettivo di tenere informati gli utenti di Twitter sugli incendi che stavano colpendo la zona di San Diego, in California.
Twitter ha in seguito reso l’hashtag cliccabile, cioè collegato ipertestualmente, e il cancelletto è diventato un modo per raggruppare messaggi di interessi simili, nel newsfeed degli utenti, sotto la voce “tendenze”. Questa caratteristica è ancora oggi propria solo di Twitter.
La scalata al successo dell’hashtag ha visto la sua introduzione su Instagram (2011) dove ancor oggi la fa da padrone, su Facebook (ma – c’è da dire – con scarso successo), su Pinterest, LinkedIn, YouTube e infine su TikTok.
L’hashtag ha visto insomma una diffusione planetaria, tanto da essere usato anche in tivù o nelle pubblicità, sia per identificare l’aggregatore sui social, che come claim o parola chiave di un brand o di un’iniziativa.
Come creo un hashtag?
Creare un hashtag è davvero semplice: basta digitare il simbolo del cancelletto – # – all’inizio della parola o delle parole che vogliamo #etichettare, senza lasciare alcuno spazio.
Se usi più parole, anche queste non dovranno contenere spazi tra loro, mentre puoi giocare sulle maiuscole e minuscole per rendere più leggibili le diverse parole con cui eventualmente è composto l’hashtag. Puoi anche inserire numeri e cifre, ma ricorda invece che non sono supportati segni di punteggiatura, emoji o caratteri speciali.
Potrai utilizzare gli hashtag per evidenziare le parole più importanti o i concetti che desideri etichettare all’interno della frase del post, o inserire una serie di hashtag alla fine della tua didascalia.
Alla pubblicazione del post l’hashtag sarà cliccabile e generalmente di colore blu. facendo click sull’hashtag potrai vedere l’elenco di tutti i post che contengono lo stesso tag metadato, in ordine cronologico.
Come utilizzare gli hashtag in modo efficace?
Va detto innanzitutto che non c’è una formula magica per creare un hashtag efficace, in quanto questo dipende dagli obiettivi che si vogliono raggiungere e dalla strategia che si pensa di adottare.
Una strada valida per tutti non esiste, tuttavia possiamo definire alcune linee guida per creare un buon hashtag, strada che parte innanzitutto da alcune domande che ti devi porre.
- Di cosa voglio parlare e perché?
- A chi voglio rivolgermi?
- Cosa cerco di ottenere?
Per creare hashtag efficaci, il primo passo è conoscere le tue finalità di comunicazione e cosa vuoi comunicare, quindi dovrai capire come funzionano esattamente gli hashtag all’interno del social media che stai utilizzando – su LinkedIn, per esempio, si utilizzano in modo diverso rispetto a Instagram – infine dovrai organizzarli in una strategia coerente.
Quest’ultimo punto è molto importante, in quando se utilizzi hashtag non coerenti con la tua strategia o in modo improprio, non solo otterrai di irritare i tuoi seguaci, ma potresti essere anche penalizzato nell’algoritmo dei social che stai utilizzando.
Detto così sembra tutto estremamente difficile! In realtà, una volta compresi gli obiettivi che vuoi raggiungere, dovrai semplicemente tenere conto di alcuni semplici criteri per aumentare l’efficacia dei tuoi hashtag. Vediamoli insieme
Scegliere hashtag pertinenti
La pertinenza è un aspetto fondamentale di un hashtag, ma pertinenza con cosa? Con la tua mission aziendale (o filosofia e modo di essere), con ciò di cui stai parlando – prodotto, servizio o argomento di discussione che sia – e con i tuoi obiettivi di comunicazione.
Una buona regola è utilizzare un mix sapiente di hashtag popolari ma coerenti con il tuo brand, o con l’argomento del post, e focalizzati sulla tua nicchia.
Evita hashtag fuori contesto o troppo generici, che potrebbero “confondere” lo stesso social network e chi ti segue. Una forzatura da cui astenersi è, per esempio, cercare di includere senza alcun legame con il post, i trend topic del giorno di Twitter. Un buon hashtag sarà invece inserito in maniera naturale nell’argomento che stai trattando.
Utilizzare gli hashtag su diverse piattaforme di social media
Abbiamo visto che scegliere l’hashtag giusto è fondamentale se si vuole ottenere visibilità e posizionamento per uno specifico tema di ricerca o argomento, con la possibilità di parlare a un target interessato e pertinente con te o con il tuo brand.
Un altro aspetto importante da considerare è il mezzo attraverso cui veicolare il tuo hashtag, ovvero la piattaforma di riferimento. Anzi, si può dire che un hashtag non ha valore di per sé, ma solo ed esclusivamente se inserito in un contesto.
La scelta degli hashtag dipende dal social in cui ha intenzione di utilizzarli e fare di tutta un’erba un fascio, ovvero un copia-incolla generale e indiscriminato è una scelta poco saggia e potenzialmente controproducente.
Facebook, Twitter, LinkedIn, Instagram, YouTUbe, Pinterest e TikTok hanno metriche, linguaggi e target completamente diversi, quindi dovrai declinare i tuoi hashtag scegliendoli e personalizzandoli alla piattaforma.
Giusto per fare un esempio, su Facebook gli hashtag hanno poco mordente, quindi dovrai considerare questo, mentre su Instagram spesso sono utilizzati come parole chiave dagli utenti che cercano un determinato tema, ed è chiaro che qui acquistano un’importanza fondamentale.
Best practices per l’uso degli hashtag
Quali sono le best practices per utilizzare questo semplice ma potente strumento di marketing? Quanti hashtag dovrei inserire per post, come devono essere scritti, dove devono essere inseriti all’interno del testo?
Va detto che una regola aurea non esiste, se non quella della coerenza, come abbiamo visto, e dell’evitare forzature. Una volta che hai stabilito un hashtag che ti rappresenta, potrai cercare altri hashtag tra i correlati e avrai quindi un buon ventaglio di opzioni valide ed efficaci.
Per il numero di hashtag tieni presente il social che stai utilizzando. Instagram, per esempio, ha il limite massimo di 30 hashtag per post, ma non significa che tu debba utilizzarli tutti!
Puoi decidere di tenere il testo del post ben separato dagli hashtag, che saranno quindi in fondo e ben separati dal tuo messaggio, oppure scegliere di inserire hashtag alle parole del testo.
Ti consigliamo in questo caso di mantenere la naturale scorrevolezza del testo e di non inserire troppi hashtag nel copy, in quanto potrebbero rendere difficile la lettura, e infastidire chi ti legge.
Strumenti per la ricerca e l’analisi degli hashtag
Un aspetto molto importante è la ricerca e, successivamente, il testing dell’efficacia dei propri hashtag. Puoi svolgere le tue ricerche innanzitutto sul social di tuo interesse: X (ex Twitter) pubblica a lato del tuo feed, ogni giorno, gli hashtag di tendenza oggi, geolocalizzati in base al tuo paese.
Su Instagram invece puoi ricercare l’hashtag direttamente nel campo di ricerca (ricordati di inserire prima il simbolo del cancelletto), per vedere quante volte è stato utilizzato e in quali post, presentati in ordine cronologico, dal meno al più recente. Potrai inoltre visualizzare altri hashtag correlati a quella parola chiave, con l’elenco dei post che li comprendono.
Non solo, oggi esistono in rete molti tool e risorse anche gratuite che possono esserti d’aiuto per consigliarti i migliori hashtag in base alle tue esigenze.
- All-Hashtag, fondato nel 2015 da un giovane sviluppatore tedesco, il tool conta 4 strumenti di generazione di hashtag che possono aiutarti a cercare e trovare i migliori hashtag per i tuoi contenuti. La fruizione dello strumento è gratuita.
- Ritetag: disponibile sia su desktop che su mobile, grazie all’intelligenza artificiale è in grado di generare suggerimenti di hashtag a partire da una parola o da un’immagine di tua indicazione.
- Hashtagify, piattaforma specializzata in Twitter per trovare gli hashtag giusti di un tema specifico con tutte le keyword correlate, per pianificare la tua strategia e guidare il coinvolgimento dei tuoi utenti.
- Iconosquare ti propone, in base alla tua chiave di ricerca, gli hashtag più interessanti, con i post più rilevanti e un elenco di hashtag correlati. Il tool propone una prova gratuita di 14 giorni, dopodiché dovrai passare alla versione a pagamento.
Come posso monitorare le performance dei miei hashtag?
Come monitorare l’utilizzo e le performance di un hashtag? Le stesse web app che abbiamo visto per la creazione di hashtag prevedono tool per controllare l’andamento dei tuoi hashtag, in particolare:
- All-Hashtag, con gli analytics dei tuoi hashtag, in cui puoi visionare le statistiche, la diffusioni, i click e quant’altro, per capire la loro efficacia e la penetrazione.
- Iconosquare, in questa piattaforma puoi controllare diverse tematiche e segmenti, tra cui la crescita dell’hashtag, il contenuto, la geolocalizzazione del tuo target e l’engagement.
- Hashtagify, in cui puoi tenere traccia dei tuoi hashtag preferiti e analizzare il loro rendimento tramite i principali KPI: portata, popolarità e coinvolgimento.
Conclusione
In questa guida abbiamo visto in una panoramica tutti gli aspetti che riguardano l’hashtag. Abbiamo percorso le sue tappe di popolarità, visto alcuni suggerimenti e best practices per usare hashtag che funzionino, infine quali strumenti utilizzare per creare e monitorare l’efficacia degli hashtag utilizzati.
Un ultimo suggerimento: ricorda che una regola scolpita nella pietra non esiste, perchè ci sono sempre N motivi e N finalità di utilizzo di un hashtag. In ogni caso, ti consigliamo di studiare sempre attentamente i tuoi obiettivi, le metriche dei social che utilizzerai, i post di maggior successo e viralità della tua nicchia di mercato o di riferimento.
Domande frequenti sugli hashtag
Come scelgo gli hashtag giusti?
La scelta degli hashtag giusti è fondamentale per essere indicizzati per gli argomenti su cui si vuole attirare l’interesse degli altri utenti. Per procedere al meglio, tieni conto innanzitutto a chi ti vuoi rivolgere e di cosa vuoi parlare, o cosa vuoi promuovere. Gli hashtag, si potrebbe dire, in una parola chiave dovrebbero rappresentano te o i contenuti che desideri rendere virali.
Generalmente si procede mixando diversi tipi hashtag, tra i più popolari e di nicchia per quello specifico argomento, in modo da coinvolgere il pubblico in target.
Posso depositare un marchio su un hashtag?
Recentemente la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha specificato che è possibile registrare un marchio su un hashtag, fatti salvi ovviamente tutti i requisiti richiesti dalla normativa per registrare un brand.
Ottenuto il marchio, è poi facoltà della persona o dell’azienda opporsi all’uso improprio del proprio marchio in ambito commerciale. E quindi… cosa succede se utilizziamo su un post personale lo stesso hashtag? Assolutamente nulla, in quanto, a meno che non siamo concorrenti, o che sfruttiamo il marchio per un’attività economica è consentito e non necessita di autorizzazione.
Qual è il limite di caratteri per un hashtag?
Il limite massimo di caratteri per un hashtag potrebbe coincidere, teoricamente… con i caratteri consentiti per un post! Chiaro che nessuno utilizzerebbe hashtag così lunghi e incomprensibili, perché lo scopo dell’hashtag è proprio quello di intercettare un interesse ed essere indicizzato per quell’argomento specifico.
Per quanto riguarda invece il numero di hashtag per post, in generale su Instagram è consentito fino a un massimo di 30 hashtag per didascalia. Anche qui, potrebbe non aver senso sovraccaricare un post di parole con cancelletto, e una buona norma è utilizzare una decina (o poco più) di hashtag per post.
Con quale frequenza dovrei cambiare i miei hashtag?
La frequenza con cui cambiare gli hashtag dipende dagli argomenti che tratti e dalla tua strategia. La formula vincente non esiste! C’è chi tiene sempre gli stessi hashtag, che diventano una sorta di claim della propria filosofia o stile di vita, c’è invece preferisce cambiare spesso gli hashtag, sperimentandone sempre di nuovi per vedere quali performano meglio.